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mercoledì 16 dicembre 2009

Ora più che mai...

...analizzando quanto accaduto, osservando le rezioni della gente ed il rischio concreto di una forte limitazione delle libertà, capisco che i media sono la chiave del potere più di quanto noi possiamo immaginare e che vengono usati per trasmettere messaggi di tipo subliminale ed emotivo.

Chiunque, pur tra l'informazione filtrata, con la razionalità capirebbe come stanno le cose confrontando parole ed atteggiamenti dei vari personaggi.

La comunicazione emozionale è la chiave per governare le masse sia a livello nazionale che internazionale; vale anche per la farsa di Copenaghen, il terrorismo, la crisi finanziaria strutturale, le fantomatiche epidemie, l'11 settembre, ecc.
Avete mai sentito parlare di "intelligenza emotiva" (Daniel Goleman)?

Si tratta di "marketing" avanzato usato in settori diversi dalla vendita, solo gli esperti lo sanno e persino la maggioranza di noi ignora che dietro di loro (e di mister B.) c'è una equipe di prim'ordine in questo senso.

In Italia abbiamo solo una estremizzazione di ciò che avviene a livello globale, e il problema non è un Berlusconi, ma il livello culturale e la dipendenza psicologica/emozionale di una parte consistente della società, quel 15-20% circa, che basta a tenere in scacco il restante, il quale, pur essendo maggioranza contro, è diviso.

La chiave di svolta quindi siamo noi: la forza di un regime è direttamente proporzionale alla incapacità del suo popolo nell'unirsi.

Viceversa, più cresciamo individualmente nel gestire pensieri ed emozioni, più riusciamo a relazionarci costruttivamente e più possiamo collettivamente trasformare la società.

Cambia te stesso per cambiare il mondo...

venerdì 2 ottobre 2009



Democrazia della Terra, Decrescita, Economia Solidale e Gilania: o tutto o niente

Nella mia limitata esperienza di associazionismo le donne sono molto presenti e attive. In associazioni animaliste quasi la prevalenza. Nel Gruppo di Acquisto Solidale poco meno.

Però penso che gli uomini, tutti ed in qualunque contesto, più che applicare le forzate quote rosa, dovrebbero smettere di ripararsi dietro il fatto che le donne rifuggono la politica e di farsi protagoniste, e tirarle dentro a forza. Gli uomini dovrebbero chiedere loro di più e ascoltarle con attenzione, imparare dal loro modo di vedere e agire, perchè siamo due mondi diversi, ma complementari, che si integrano: senza l'uno non esisterebbe l'altro, e viceversa.

Come ha ricordato Vandana Shiva in uno dei suoi tanti interventi a Bologna, la cultura dominante opprime la Natura e gli animali come opprime la donna, c'è una grande affinità tra le donne e la Natura, la Madre Terra: entrambe sono portatrici di Vita.

Non a caso per milioni di anni l'umanità in ogni dove ha venerato la Terra come la donna perchè fertile e feconda, donatrice di vita. Statuine della Dea, di donne gravide, di ogni forma e dimensione, sono state ritrovate in tutto il mondo, e sono state venerate fino a quando la società mutuale non è stata sopraffatta da quella dominatrice, quella che adesso sta portando ovunque morte e distruzione: l'attuale paradigma culturale dominante. Questo infatti ha contaminato le società in tutte le sue componenti: ideologie politiche, religioni, modelli economici e sociali; tutti con gli stessi valori di fondo e "modus operandi" gerarchico, maschilista, autoritario. Da allora il senso di Unità con la Natura e l'Universo è stato sostituito dal messaggio di separazione e dualità divino/terreno, l'amore ed il rispetto della Vita sono stati sostituiti dall'esaltazione della forza e dall'adorazione della morte; il piacere sacro sostituito dal piacere peccaminoso, la mutualità dalla competizione, la pace dalla lotta permanente verso tutto e tutti, e così via... Lo spiega bene Riane Eisler nel libro "Il calice e la spada".

Certo, non esiste solo la donna, l'uomo ottiene successi in altri settori dove le donne non sono portate e il seme maschile feconda l'ovulo femminile... ma chi ha designato la Natura nel difficile compito di conservare la vita concepita per nove mesi, fino alla nascita?

Non sarà per questo che le donne, avendo il mestruo fin da bambine, constatando il loro potenziale creativo, sono più pacifiste e remissive? In quanto sanno più degli uomini cosa è la vita, portandola in grembo e sentendola parte di sè?

Non sarà per questo che le donne si sentono unite alla Natura mentre gli uomini sentono una separazione?

Non sarà per invidia che la metà maschile dell'umanità ha cominciato a sottomettere quella femminile e a considerarla inferiore?

Come per reazione ad un complesso d'inferiorità?

Non sarà per questo che la Chiesa ha bruciato vive e torturato milioni di donne e bambine con l'inquisizione, usurpandone gli uomini il millenario sapere di erboriste, levatrici, astrologhe? E che fino a solo quattro secoli fa considerava donne ed animali sullo stesso piano: senza anima e senza diritti?
Lo sanno tutto ciò coloro che si vantano perchè il cattolicesimo è una religione superiore all'islamismo?

Di questo olocausto di genere poco si parla, lo si nega o minimizza, come lo sterminio di ogni diverso: i nativi d'America, gli zingari e omosessuali nelle guerra mondiale, gli aborigeni in Australia e i Palestinesi ancora adesso, per dirne alcuni.

Solo che quella delle donne non è una minoranza, e questo rende la svista ancora più grave, quasi fosse una inevitabilità la discriminazione del sesso femminile. Non è così...

Natura, animali, donne sono i soggetti più sfruttati e oppressi da millenni. E se da un lato l'aggressività maschile e la sua opposizione e sfida alle forze della Natura sono necessarie per ottenere sviluppo di scienza e tecnologia, d'altro canto è necessario un bilanciamento, un equilibrio, attualmente inesistente, che le donne possono e devono apportare.

La Decrescita e l'Economia Solidale lasciano intravedere un futuro migliore per ognuno di noi, operano per un rispettoso e più equilibrato rapporto, con la Natura e gli animali. Pretendono un'economia a misura d'essere umano, rifiutando un indicatore esclusivamente monetario come il PIL, per misurare il benessere delle nazioni, sapendo che ci sono altri fattori infinitamente più importanti che producono felicità. Invocano la garanzia dei diritti essenziali, praticano già diverse forme di Democrazia Partecipata e dal basso, di Comunicazione Ecologica e gestione dei conflitti.

Ma se non sapremo, noi attori di questo staordinario cambiamento, introdurre tra i suoi valori anche il superamento della divisione di genere e nei suoi obiettivi la realizzazione di una società gilanica, allora il risultato che otterremo sarà parziale, miglioreremo si qualcosa, ma non costruiremo di un futuro davvero egualitario come protremmo invece fare.

Vi esorto a cominciare ad informarvi, autonomamente, su cosa voglia dire Gilania e cosa sono le società mutuali e matriarcali, come avete fatto per il Consumo Critico.

A capire qual'è realmente lo stato attuale delle donne, senza la passiva rassegnazione alla loro discriminazione; quale la loro importanza (censurata e falsata) nella storia e nella evoluzione dell'umanità: http://www.women.it/armonie/index_file/Page2335.htm

Ne scoprirete delle belle. Come Ippazia, scorticata viva per invidia della sua intelligenza. E come per i vestiti, le scarpe e i palloni prodotti da bambini nei paesi dove stiamo esportando il nostro modello di ""Sviluppo", il "Progresso" e la "Civiltà", vi chiederete come avete potuto fino ad ora ignorare tutto ciò, sull'altra metà dell'umanità.

Perchè non si potrà mai e poi mai creare una società giusta, equa, pacifica, se non saranno rappresentate nella giusta misura tutte le parti in causa: produttori e consumatori, cittadini e istituzioni, natura ed animali, donne e uomini (e perchè no, bambini e bambine, come insegna Alexander Neil, ne "I ragazzi felici di Summerhill").

PS: Autrici consigliate: Riane Eisler (http://www.partnershipway.org/partnership-system/foundational-concepts/what-is-partnership) e Marja Gimbutas innanzitutto. Bibliografia: http://liste.retelilliput.org/wws/arc/res/2009-09/msg00041.html

Germano Caputo Licastro
www.nododecrescitamodena.it



lunedì 28 settembre 2009

"I Decrescentisti: gli eretici del Terzo Millennio"

La religione più diffusa e imperante oggi, a differenza di quel che ognuno può credere (cristianesimo, islamismo, buddismo, ecc) è quella dello sviluppo. Ha tutte le connotazioni di una religione: è basata sulla fede, non è supportata da alcuna base scientifica, anzi è chiaramente irrazionale (perchè in un mondo finito uno sviluppo senza limiti è impossibile), pur avendo dimostrato nei secoli e ultimamente con la sua recente caduta i devastanti effetti sugli individui, nelle famiglie e nelle società, sull'ambiente, quanto sia nociva con il suo "Modus Operandi".

Nonostante ciò continua ad essere in ascesa ovunque e sia governanti, economisti, imprenditori, sindacati, forze politiche di qualunque schieramento, da sinistra a destra, centro compreso, invocano una ripresa della Crescita per uscire dalla crisi che uno sviluppo irrazionale, la cui parola d'ordine è "Crescita ovunque e sempre", fine a se stessa, ha provocato.
E' come voler spegnere il fuoco con la benzina. C'è la possibilità di far crescere qualcosa? Che siano capannoni che rimarranno vuoti, palazzi con appartamenti invenduti, inutili opere pubbliche, autodromi al lato di aree ambientali protette e su falde acquifere, estrazione di ghiaia vicino ai fiumi, depositi sotterranei di gas in zone sismiche, grandi mega complessi ospedalieri inumani e quant'altro offre la possibilità di investire enormi quantità di denaro con la scusa che creerà occupazione e farà crescere il PIL... a prescindere dalla reale utilità sociale, dall'impatto sulla Natura (che è la vera portatrice di vita e benessere) ...tutto ciò è bene, a priori, non è da mettere in discussione, e chi osa farlo è un eretico che si oppone al progresso. Il Verbo e Dio da osannare è la "Crescita".

Coloro che si rifiutano di adeguarsi praticando diversi stili di vita che diminuiscono i consumi, che autoproducono cibo come i nostri nonni, che riparano gli oggetti rotti, che si rifiutano di comprare qualcosa solo perchè è uscito l'ultimo modello o cambia la moda... tutta questa gente è considerata eretica, perchè adora il Diavolo: la Decrescita!

A pochi viene in mente che il PIL, Prodotto Interno Lordo, non misura la felicità e il benessere, come affermato nel discorso di Robert Kennedy il 18 marzo 1968. Pochi sanno, persino tra gli addetti ai lavori, che è ormai ampiamente dimostrato che la crescita economica di una nazione aldilà di certi valori non ha alcuna relazione con l'aumento del benessere e della felicità dei suoi cittadini, e finalmente lo sta riportando all'attenzione dell'Europa il presidente francese Sarkozy commissionando una ricerca specifica per un indicatore diverso.
Ancora meno risaputo è che già da decenni che alcune persone hanno avuto il coraggio di riflettere o mettere in discussione ciò che è comunemente accettato, come si chiese Newton con la mela e osò Galilei con la Chiesa. Alcune di queste persone sono
Ernst F. Schumacher, Ivan Illich, Nicholas Georgescu-Roegen, Serge Latouche, Maurizio Pallante, ed hanno portato avanti una nuova concezione e visione della vita e della società, critica dell'esistente.

Tutto ciò ha dato l'avvio ad un movimento poco visibile ma molto diffuso, persino di individui che non sanno di farne parte, ma la praticano da sempre, un popolo che segue la Decrescita, onorando i nostri nonni e antenati perchè ne riscopre le raffinate ed ecologiche tecniche costruttive, l'artigianato, la preparazione dei cibi, i valori di semplicità, sobrietà, risparmio, buon senso, convivialità.

Questa gente, da quando ha deciso di opporsi al Dio della Crescita, ha scoperto di vivere più felicemente, ha scoperto una vita in cui la ricchezza è data da ciò che i soldi non possono assolutamente comprare: piccoli cose e gesti quotidiani, soddisfazioni semplici, ma soprattutto, relazioni umane improntate all'amore, al rispetto, alla cooperazione, alla mutualità, all'eguaglianza, alla gilania, esattamente a valori opposti invocati dai seguaci del Dio Sviluppo. Costoro non fanno altro che sublimare l'egoismo e stimolare i più bassi istinti umani, in nome della competizione, del libero mercato, adoperano l'inganno, la forza (affiancata alla manipolazione mentale e dell'informazione) per arricchire oltre ogni misura pochi eletti, e proponendo come unico modo per ottenere qualunque risultato la lotta, la guerra, la distruzione; che sia per chi è diverso, chi la pensa in altro modo, o contro lo sporco, le malattie, la povertà, la guerra...
Siamo giunti al paradosso dei paradossi: usare la violenza (perfino preventiva!) per esportare la Democrazia e costruire un mondo di pace! E proclamarci portatori di qualcosa che non pratichiamo neanche nei nostri confini, portatori di "Civiltà" nei paesi "arretrati", del "cosidetto" "Terzo Mondo" affinchè finalmente si trasformino "In via di Sviluppo"...
Quando sappiamo bene che ogni guerra (e noi occidentali siamo in guerra di fatto) e ogni "joint venture", o "investimento" serve solo ad arricchire una minoranza, e ad esportare questo malato modello di società che sta uccidendo esseri umani, animali, ambiente e il pianeta stesso, come un cancro globale.
Il Verbo della religione imperante nel Terzo Millennio è il seguente:

"Il Dio è lo Sviluppo, il Bene Assoluto è la Crescita."
Di conseguenza seguaci del Diavolo sono tutti coloro che si oppongono allo Sviluppo, il Male assoluto è la Decrescita.
Noi decrescentisti quindi, siamo gli eretici del terzo millennio...



www.nododecrescitamodena.it

lunedì 24 agosto 2009

Asilo politico da italiani

I presupposti per chiedere asilo politico da italiani

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

- Il diritto di asilo è un diritto umano fondamentale definito all'art. 14 della Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo come diritto di cercare e di godere in altri paesi asilo dallepersecuzioni , non invocabile, però, da chi sia realmente ricercato per reati non politici o per azioni contrarie ai fini e ai princìpi delle Nazioni Unite.

- Persecuzione. Si intende per persecuzione l'insieme delle azioni di forza e di atti ostili, diretti contro una o più persone. Di solito le persecuzioni sono rivolte a comprimere un movimento politico o religioso o a eliminare un gruppo etnico o sociale, economicamente, politicamente o tecnologicamente inferiore a un gruppo dominante che si ritiene superiore culturalmente.

In virtù di quanto sopra citato, autorevolmente e correttamente, io come cittadino italiano, ritengo di avere diritto a richiedere asilo politico negli Stati che hanno firmato specifici accordi con le Nazioni Unite, per l'accoglimento dei rifugiati politici, individuando come persecutore "il governo attuale e tutta la classe politica italiana" che promulga leggi indegne di uno stato civile che non proteggono i suoi cittadini, come nel caso del tentato omicidio di un ragazzo a Roma il 23 agosto:

“Secondo il Codice (Penale) l'arresto è consentito in flagranza di reato o in un momento immediatamente successivo a quello di una notizia di reato.”

L'accoltellatore era stato individuato e rintracciato diverse ore dopo il fatto per cui non poteva essere arrestato. Questa non è giustizia, ma i colpevoli non sono i procuratori, quanto i legislatori (i politici) che fanno leggi di questo tenore, come quelle che permettono a chiunque si ubriachi e uccida delle persone, di non fare neanche un giorno di carcere, come se l'unico colpevole fosse chi si fa investire e meritasse perciò di morire. O leggi per cui la truffa non è reato, e per le quali alcune alte cariche dello Stato sono al di sopra della legge, intoccabili.

Questo è solo un esempio tra i tanti, per cui come cittadino non vedo garantito il primo diritto di ogni Stato Civile: quello alla sicurezza, all'incolumità. Mi sento insicuro, insieme alle persone della mia famiglia, nel vivere la quotidianità, non protetto, perseguitato e sottoposto a violenza psicologica in ogni posto e in ogni momento sul territorio italiano, da una classe politica che negli ultimi decenni, indipendentemente dal suo colore, ha messo in ginocchio il potere Giudiziario tagliando i loro fondi e con leggi che non aiutano i cittadini onesti e indifesi, e che proteggono e favoriscono i cittadini disonesti e violenti. IL governo poi, con la scusa della sicurezza mira a militarizzare il territorio e ad affidarne il controllo a ronde di cittadini “virtuosi”, come avvenne in un passato ormai dimenticato.

Tutto ciò ha permesso la vittoria silenziosa della criminalità organizzata, la sua presenza nelle amministrazioni locali e nelle alte cariche dello Stato, nel sistema bancario e produttivo, e l'impunità per le decine di attentati di stampo terroristico o mafioso e stragi di Stato (il nome spiega tutto) degli ultimi quarant'anni, senza risarcire moralmente le vittime e i suoi parenti.

Questo Stato non si pone neanche il problema di rispettare la volontà espressa dai cittadini tramite un referendum di rifiuto del nucleare, tale è la sua arroganza e prepotenza, a ulteriore dimostrazione che “democrazia” per la classe politica italiana è solo una parola di facciata.

E' più corretto parlare di dittatura di una minoranza verso il popolo, di un'alleanza di caste, massonerie, lobby, multinazionali; una dittatura estesa, i cui duci si dividono il potere, si scambiano il posto o lo cedono ad amici e parenti, e fanno affari tra di loro nei Consigli Direttivi delle maggiori aziende private o pubbliche: le stesse persone ovunque o parenti o amici degli amici, compagni di merenda.

Un governo che militarizza discariche di rifiuti tossici, legalizzando l'inquinamento di Stato, in collusione con la Camorra e costruendo “cancrovalorizzatori” con i soldi delle energie rinnovabili.

La stessa classe politica ha inoltre distrutto il sistema sanitario pubblico, scolastico/educativo, l'economia, i servizi pubblici, di energia, rifiuti, trasporti e comunicazioni (rendendoli diritti a pagamento o inefficienti), e ridotto significativamente le libertà sindacali di sciopero e il diritto alla malattia. Insomma ha fatto piazza pulita di tutti i progressi sociali dal dopoguerra ad oggi per i quali tanti cittadini e lavoratori in passato hanno lottato e sono morti.

Altre sì questo Stato non garantisce alcuna libertà di ricerca, sessualità e laicità ed è invece totalmente succube alla ingerenza del Vaticano, così come non è garantita la libertà di stampa e dei media. Per sapere cosa accade in Italia bisogna leggere i blog o la stampa estera: www.italiadallestero.info

In seguito alla presa di coscienza di tutto ciò, io invocherò il diritto all'asilo politico nel paese in cui deciderò di rifugiarmi, per sfuggire ad un governo autoritario e discriminatorio, non solo nei confronti di chi è straniero, di religione o sessualità diversa, ma anche dei suoi stessi cittadini, quando non appartengono alla Casta, alla Massoneria, al Clero, ai potentati economici o alla criminalità organizzata...

Questa è persecuzione, e tutti noi, cittadini italiani, siamo perseguitati politici.

martedì 14 luglio 2009

La bibbia della mia religiosità

"La mia bibbia
non è scritta su carta."
E' stata la mia risposta a chi mi consigliava di leggerla...
A me non servono preti o vescovi, rabbini, imam. Riesco a vivere, e meglio, senza quelle religioni che hanno fatto più male all'umanità di qualunque altra causa, economica o politica. Le religioni tengono le società incatenate, impediscono lo sviluppo delle immense potenzialità di ogni individuo e dell'intera umanità. Piuttosto fanno regredire, ma mai progredire.
Il mio divino e la mia religiosità non hanno bisogno di alcun intermediario umano. E se proprio dovessi averne uno non lo accetterei uomo, lo esigerei donna, in quanto è lei che l'Universo ha designato per essere fertile, ricevere il seme, concepire e sviluppare la vita, per affrontare il momento della nascita.
Per me la vita è sacra, il piacere è sacro. E' sempre stato così nella storia antica e passata per millenni e millenni. Solo le religioni moderne esaltano la sofferenza e la morte. Come si può pensare che un neonato nasca peccatore? Quando ogni nascita è il trionfo della vita!
Per quanto un maschio sia religioso, fedele, praticante, spirituale, "santo"... per quanto possa amare, pregare, sacrificarsi... quanto può saperne della sacralità della vita che ti cresce dentro?
E' per questo che la mia bibbia si legge con il cuore.
E' scritta in ognuno di noi, la vedo negli occhi della gente, nelle piante, negli animali, nel cielo e nel mare, ovunque la Natura di manifesti.
Tutto ciò che esiste è divino.
Non c'è nulla di profano o che non abbia valore nell'Universo.
E il male ne fa parte quanto il bene.
Non ho bisogno di convertire nessuno perchè il mio non è un credo, ma una realtà tangibile, immanente.
Si crede in qualcosa di cui non si è certi... infatti tutti si dicono "credenti"...
Non ho dubbi che mi spingono ad aver bisogno di far parte delle masse, per sentirmi sicuro di ciò in cui credo... ad aderire alle religioni, ognuna portatrice dell'"unica verità"...
Io non credo...
C'è bisogno di credere... nella vita, nella terra, nel sole, nella Natura?
No. Sono qui, intorno a noi. Siamo noi il divino... lo possiamo vedere negli occhi di un bambino... nelle persone che amiamo... ovunque lo si cerchi si trova, lo puoi toccare, respirare, vivere.
Tutti noi apparteniamo alla Terra, alla Vita, all'Universo. Questa è la mia personale verità, confutata dalla scienza già da tempo.
La vita non ha inizio ne fine, è sempre esistita e sempre esisterà, è energia in continua trasformazione, nascita, vita, morte, rinascita.
E non è prodotto di una sola polarità, maschile, onnipotente, superiore, vendicativa, che usa la forza, la colpa, le punizioni, le penitenze... per fare giustizia e farsi amare e rispettare...
Chi, sano di mente, amerebbe una persona così? E' chiaramente un profilo di una persona malata, asociale...
Non esiste un Dio così... è solo l'immagine speculare di persone che non sanno cosa sia l'amore, il sacro, il divino, la vita, la libertà. Persone che non sono ancora morte, ma neanche vive.
E infine... se proprio un dio esistesse, sarebbe nato da una Dea.
I maschi non partoriscono...

sabato 27 giugno 2009

Terra Madre: lo spreco invisibile.

L’altra sera ho visto finalmente Terra Madre, il film di Carlo Petrini e Ermanno Olmi. Come nello slogan di Slow Food, "Buono, pulito e giusto", in tre parole si concentrano le qualità essenziali di ciò che dovrebbe essere l’atto del mangiare, allo stesso modo nel discorso di Petrini vengono elencate le tre principali caratteristiche visibili della globalizzazione: "Velocità, abbondanza, spreco".
Questi modi di percepire e usare le cose hanno ormai invaso la nostra esistenza in ogni settore. Nel mondo del lavoro, della produzione come del consumo; nella nostra vita privata e pubblica: a scuola, nel tempo libero, nel mangiare, nel fare la spesa… tutto deve essere fatto velocemente, è obbligatorio trovare abbondanza e riportarla nelle nostre case. Conseguenza logica di questi due principi è lo spreco, perché merci sovrabbondanti a prezzi irrisori rendono lo spreco appetibile e fisiologico.
Ma vi è un altro spreco su cui vorrei portare la vostra attenzione. Meno visibile, inconsapevole, ma che colpisce quasi tutti, che viviamo quotidianamente: quello delle nostre esistenze, delle nostre energie, fisiche e emotive, dei nostri talenti e delle nostre potenzialità.
Milioni di persone lavorano senza motivazione, solo perché è indispensabile per sopravvivere, più o meno bene, e non essere emarginati dalla società. Milioni di persone, giovani, anziani, diversamente abili, passano il loro tempo facendo cose banali, meccaniche, studiano in scuole che sono gabbie mentali, che istruiscono e demotivano anziché insegnare ed ducare, oppure da disoccupati o da inattivi, come in pensione, cadono nella depressione più o meno manifesta.
Abbiamo piccole aziende e imprese che vorrebbero investire o avrebbero bisogno di aiuto ma non possono sostenere i costi di un dipendente (soprattutto nell'agricoltura) da una parte; milioni di disoccupati che vorrebbero tanto lavorare dall’altra.
In mezzo uno Stato che con i costi del suo non-funzionamento e la sua propensione a finanziare grandi investimenti, grandi industrie e banche non solo rende impossibile l’incontro tra i mondi dei lavoratori e dei datori di lavoro, ma li ostacola con una giungla burocratica (ambigua) e una tassazione ingiusta e pesante.
Da questo spreco sociale derivano comportamenti deviati, anormali; verso il nichilismo, verso la violenza insensata, le azioni folli o di disperazione di cui la cronaca riporta ogni giorno qualche storia.
Quanto talento, quante energie, quanta creatività sprecata e violata nelle nostri paesi democratici e civili…
Un altro spreco di cui ormai non vediamo più l’insensatezza è la perversa concentrazione di risorse naturali, materiali o finanziarie di proprietà di pochi, utilizzate per aumentare profitti già smisurati anzichè per soddisfare le necessità di tanti. L’accettazione della proprietà privata oltre i limiti del buon senso e la concentrazione della ricchezza sono tra le cause del cancro della nostra società, oltre alla identificazione del benessere con la crescita economica, che finora ha solo prodotto diseguaglianze sociali, insieme ad altre ingiustizie su diritti e libertà.
Finchè il denaro è visto e usato come strumento per facilitare scambi e transazioni libere ed eque, è uno strumento straordinario, potente, come l’energia che permette di avere caldo o freddo, movimento, macchine…
Il denaro è linfa vitale della economia, del mercato, delle società.
E finchè circola liberamente in maniera diffusa produce progresso; ma quando è nelle mani di pochi o non circola per volontà di alcuni produce regresso, stagnazione e crisi. Come adesso.
E qui vedo i collegamento con i Gas. Partecipare ad un Gas può anche farci risparmiare, soddisfare qualche ego, alleggerire le nostre coscienze macchiate dall'essere tra quei fortunati che stanno bene (sulle spalle degli altri)* , permetterci di aiutare qualche produttore, di sentirci utili, solidali, prendendo la spesa per i soci. Ma finchè non capiremo che il denaro non è tabù, è importante, e che dobbiamo dirottarlo verso una Economia Solidale in maniera più massiccia, collettiva, estesa, nulla cambierà. Io credo che il cambiamento culturale di cui noi siamo portatori deve essere seguito da cambiamenti sociali ed economici, di mercato. E questo faciliterà la strada ad un cambiamento di politica, dal basso.

*Sempre Petrini: "Quello che ancora non è chiaro è la portata della nostra complicità, della nostra responsabilità come consumatori singoli in questo mondo così detto sviluppato. In che misura noi siamo complici, di un consumo senza freni."

lunedì 27 aprile 2009

Cittadini del mondo (patria e matria)

La società è in una fase di rapido cambiamento...
...i vecchi schemi non funzionano più. La vita si sviluppa perchè è intelligente, si modifica e adatta alle nuove condizioni ambientali, questo è un modello vincente. Rimanere attaccati ai vecchi schemi in un mondo che cambia ogni istante provocherebbe l'estinzione, la morte.
Gli emigranti per forza sono le cellule di una nuova nuova umanità. Per necessità hanno dovuto abbandonare il posto in cui sono nati e spesso devono continuare a muoversi. Una volta si sarebbero chiamato apolidi, senza patria. Ma adesso le patrie non esistono più. I confini sono fittizi; le idee, i beni, le usanze, le notizie circolano senza più limiti ovunque. Chi crede di poter rimanere incontaminato da tutto ciò si illude inutilmente, ma ha ragione nel voler salvaguardare le proprie tradizioni, per trasmetterle ai figli, alle generazioni future. E questo è possibile se si comprende che il rispetto è necessario per chi è straniero come lo è per chi straniero non lo è.
Perchè come gli immigrati sono i primi cittadini del mondo e portano con sé parte della cultura che li ha visti nascere, così assimilano qualcosa del paese in cui vanno a vivere; e chi li ospita pur ricevendo qualcosa di nuovo ha, a sua volta, da offrire qualcosa di antico. Per chi è ospite quell'antico è nuovo.
Perciò c'è qualcosa di diverso che ci può unire definitivamente: l'esser tutti figli della Terra, Madre e nutrice di vita di tutti noi. La Terra ci appartiene e noi apparteniamo ad essa. Questa verità incontestabile unisce tutti noi, ovunque siamo, nel difenderla, proteggerla ed amarla. Nel far si che la Vita che ha contribuito a creare si sviluppi ancora e non regrediamo distruggendo l'ambiente, la biodiversità, noi stessi.
Quindi chi vive nel luogo in cui è nato condivide con chi in quella terra viene da straniero un valore comune, qualcosa di infinitamente più nobile e superiore: difendere il posto in cui vive, ovunque esso sia e ovunque egli andrà. Ognuno faccia ciò in qualunque patria viva e vada. E tutti vinceranno, anche chi non comprende tutto ciò e vive come se fosse separato dal resto, diffondendo morte, distruzione, sfruttamento verso i suoi simili. E' necessario fermarli, impedire che continuino a far del male agli altri, a noi, a loro stessi.
Ormai i vecchi schemi sono cambiati, fondendosi tra loro e creando una nuova appartenenza: i Cittadini del Mondo. Nel mare o in montagna, tra i boschi o nelle campagne, tra i ghiacci o nel deserto... non siamo mai soli, nostra Madre Terra è sempre con noi, diversamente moriremmo.
Ovunque siate, fratelli e sorelle, noi siamo i figli della Terra. Non siamo mai soli, non siamo più senza patria. La nostra patria adesso è la Terra! Nostra Madre, la nostra Matria...

sabato 11 aprile 2009

Appunti sulle prossime elezioni

Penso che i politici...

dovrebbero confrontarsi continuamente con i cittadini invece di decidere i programmi in sordina e mettercene al corrente a giochi fatti. Questa non è democrazia, ma dittatura con delega rinnovabile. Ogni rappresentante politico, anche se ha avuto voti e autorità per decidere rimane nostro dipendente: scelto da noi, pagato da noi, che spende i nostri soldi. Deve rendere conto del suo operato durante il mandato e non al turno successivo.

Sono convinto che governare anche un piccolo comune è un compito arduo persino per un bravissimo e competente assessore o sindaco, e nella nostra cultura chiedere consiglio ai cittadini o condividere speranze e problemi è visto come segno di debolezza. Non da me, lo considero segno di forza, maturità, saggezza, umiltà. Il leader dall’intelligenza superiore, il super politico o manager che ha sempre la risposta pronta, che non sbaglia mai (figuriamoci chiedere scusa), a cui le masse si rivolgono con occhi sognanti e bocche spalancate per l’emozione è una specie in via di estinzione, anche se non se ne rende conto. Le nuove generazioni sono più critiche e informate.

Nelle mie esperienze di nascita, gestione, coordinamento, collaborazione con diverse realtà di volontariato e nel Meetup ho capito che la strategia vincente è l’inclusione di tutti i soggetti interessati da ogni problema o decisione, altrimenti si generano soluzioni che creano incomprensione, disagio ed emarginazione. Questo modo di governare è il futuro.

Ad esempio più della metà della popolazione è di sesso femminile, tuttavia le donne in politica o nelle amministrazioni non sono rappresentate nella stessa misura, questione superata per alcuni, ma ancora irrisolta, che io vedo non più in termini di oppressione ma di cultura olistica e gilanica. Altresì considero elementi da rappresentare, pur non avendone la possibilità, gli animali e l’ambiente, la natura.
Questa non è una mia visione romantica, ma la realtà: la nostra vita, il nostro benessere, la nostra sicurezza dipendono dalla qualità dell’aria, dell’acqua, del cibo, dal valorizzare e dal comprendere nostre origini, storia, tradizioni, per capire chi siamo e dove intendiamo andare. Quando ho imparato il lavoro e la passione che necessita la produzione del vero aceto balsamico da un pensionato, sono rimasto davvero a bocca aperta. Questo sapere antico ha valore. Ogni posto e ogni Comunità ha i propri saperi, che producono ricchezza culturale, prima che economica. Un popolo senza consapevolezza del suo passato non ha futuro.

Allo stesso modo il benessere dipende anche dallo sviluppo economico, che è importantissimo supportare coinvolgendo banche, imprese, tecnici, istituzioni, associazioni di categoria, con un occhio di riguardo verso i soggetti deboli. Tenendo presente che ogni comune ha dei limiti, non si può costruire all’infinito in una superficie limitata. Si può creare ricchezza e lavoro, anche più che in passato, non solo costruendo, ma trasformando, rinnovando, usando aree abbandonate, facendo manutenzione, migliorando i sistemi di prevenzione e investendo in sicurezza, con una nuova urbanistica per diminuire il traffico e che favorisca la socialità, la convivialità, lo stare insieme, non necessariamente per comprare, vendere o lavorare.

Altrimenti inseguendo lo sviluppo fine a se stesso, continuando senza valori ed una visione globale continueremo a sacrificare cose molto più importanti del denaro oltre alla terra, all’aria, all’acqua, alla natura: la salute, la famiglia, il tempo, l’amicizia, le relazioni sociali… una città deve essere un luogo di benessere oltre che di lavoro, una buon governo deve creare Comunità, favorire la convivenza civile, non solo lo sviluppo economico.

venerdì 13 marzo 2009

Riflessioni sui problemi

Riflessioni su problemi, soluzioni e colpe

Detto giapponese: “Guarda il problema, non la colpa.”

Alla base di quasi tutti i problemi che ci troviamo ad affrontare durante la nostra vita, ha assoluta importanza, mentre viene del tutto sottovalutato, l’atteggiamento che adottiamo.
Infatti ogni volta che ci troviamo di fronte ad un fenomeno che ci procura dolore o sofferenza di qualsiasi tipo, o che va contro la morale comune o che viola le regole della società possiamo reagire in diversi modi. Alcuni aiutano nel risolvere il problema, altri nel complicarlo.

Ad esempio quando viene commesso un reato le forse dell’ordine cercano di individuarne il colpevole, per punirlo con la reclusione in carcere dopo un processo che dovrebbe accertare le sue responsabilità. Ma questo modo di agire quanto è efficace nel realizzare giustizia ed una società dove vivere serenamente?

In Giappone hanno un detto: “Guarda il problema, non la colpa.” Ma l’unica nostra preoccupazione è di cercare il colpevole, affinchè venga messo in condizioni di non nuocere per un tempo limitato, proporzionato alla gravità del crimine commesso. Va bene, abbiamo trovato il colpevole, l'abbiamo giustamente reso inoffensivo parcheggiandolo in un istituto (anche se in Italia accade raramente e non per tutti)… ma abbiamo risolto il problema? Come possiamo risolverlo se non l’abbiamo neanche visto??? E come possiamo vederlo se neanche lo cerchiamo!!!???

Se all’individuo in questione durante la sua permanenza in carcere non viene offerto il modo di comprendere quanto il suo comportamento sia antisociale, o se, pur essendone consapevole, non si tenta di trasformarlo in un cittadino onesto, a cosa serve il periodo di reclusione? Semplicemente ad impedirgli di nuocere per un pò, senza alcuna garanzia che il giorno in cui verrà rimesso in libertà non tornerà a delinquere. Altresì oltre ad intervenire sul criminale bisogna anche interrogarsi sui perché del suo comportamento e di cosa porti le persone a comportarsi in maniera socialmente pericolosa. Questo perché se non individuiamo le cause di ciò, pur avendo reso inoffensivo e punito il colpevole, nulla vieta ad altri individui di agire allo stesso modo, visto che esistono sempre delle cause che originano effetti.

Per cui, anche quando troviamo il colpevole e lo puniamo in questo modo… che abbiamo ottenuto?
Certo, il criminale è stato processato e condannato… ma qualcuno ha subito dei danni, delle violenze, sofferenza… e l’aver recluso l’uno ha sanato l’altro?Quante donne e altre vittime di reati vivono nel terrore perchè chi gli ha fatto del male è ancora in giro?

Se una delle cause è una società che non educa al rispetto della Vita e delle persone, o viviamo in un sistema sociale iniquo, che distribuisce troppo a pochi e a chi ha già tanto e lascia le briciole ad altri, non sarà logico aspettarsi continuamente crimini di ogni tipo?
Se un’altra causa è un sistema scolastico che emargina, che non insegna… l’aver condannato e privato della libertà qualcuno impedisce ad altri di cadere vittime dello stesso comportamento? Se non ci viene insegnato, e ancor più vissuto nei fatti, che ciò che facciamo alla Terra è come se lo facessimo a noi, come aspettarsi rispetto dell'ambiente?

In definitiva, se la questione è culturale, di una società che pensa e agisce superficialmente, irrazionalmente, emotivamente, non è meglio perciò provare a cambiare il paradigma culturale oltre che a reprimere inutilmente?

Infatti queste osservazioni si possono applicare in ogni altro settore della società: la scuola, il mercato; la medicina per esempio. Non avete mai pensato che, così come in natura ogni fenomeno ha una sua spiegazione e dei motivi, che la scienza indaga, anche nel nostro corpo ciò che accade è naturale, ha una spiegazione, un suo motivo di esistere?

Prendiamo un raffreddore… il naso che ci cola, il muco… perché produce muco? Perché si alza la temperatura e ti viene la febbre? Ci sarà un motivo… dopotutto il nostro corpo è infinitamente più intelligente di noi; ci fa respirare senza che ciò dipenda dalla nostra volontà, il sangue circola da solo, migliaia di funzioni vitali avvengono senza che noi ne siamo consapevoli, quindi anche fenomeni straordinari, misteriosi come la febbre o un mal di testa avranno un motivo di accadere.

Forse sono un messaggio, un segnale, un campanello di allarme o addirittura una reazione di difesa per proteggere la nostra salute. Chi non si è mai graffiato, ferito? E il nostro corpo come ha reagito? Ha subito provveduto a riparare il danno. Ma cosa ci offre la medicina moderna? Quasi sempre metodi per eliminare i sintomi, come se, suonando un allarme in una banca, la polizia appena arrivata spegne la sirena e va via perché non suona più. E’ un modo intelligente di agire? Perché investire miliardi e miliardi in denaro da più di mezzo secolo nel tentare ostinatamente di contrastare malattie gravi quando basterebbe molto meno per evitare che si arrivi a soffrirne?

Certo, gli interessi dominano la ricerca e le malattie sono un business. Cosa farebbero tutti quei ricercatori, quelle case farmaceutiche se veramente si scoprissero cure efficaci per le malattie? Ma non hanno tutte le responsabilità, anche noi con la nostra superficialità contribuiamo nel diventare complici di un sistema che esiste principalmente per alimentarsi e perpetuarsi, anziché per svolgere il suo compito.

E quante cose funzionano così? Alcune ONG, le istituzioni, i partiti, le religioni, le strutture finanziarie... ma quanto può durare qualcosa di così tanto innaturale? Dopotutto questo sistema esiste solo da pochi secoli, e nella storia della terra e dell'umanità è un battito di ciglia...

lunedì 9 febbraio 2009

Dio, Englaro e il nostro futuro

Credere in Dio non significa credere nella Chiesa.
(In questo post parlo della Chiesa come "istituzione di potere" separata dai cattolici. Rispetto Gesù e condivido molti suoi insegnamenti dei vangeli apocrifi)
La Chiesa Cattolica è una istituzione di potere millenaria, molto più potente e senza scrupoli di quel che crediamo, che sfrutta abilmente la buona fede di milioni di persone per i suoi scopi di potere.
Non è riconosciuta come Stato, è formata da soli maschi, molti dei quali hanno grossi condizionamenti, repressioni, deviazioni.
Nella storia la Chiesa ha le maggiori responsabilità nel dividere l'individuo, reprimendone gli istinti innati, nel mettere contro uomini e donne, le genti, i popoli, le nazioni, appoggiando e innescando guerre e violenze.
E' androcentrica, omofobica, autoritaria, e svela la sua mania di onnipotenza quando pretende di scegliere per tutti gli esseri umani.
Vuole decidere per ognuno di noi cosa è giusto e cosa è sbagliato, e quando possiamo provare piacere o dolore, vivere o morire.
Con che diritto?
In base a che principio?
Come può pretendere di stabilire cosa è bene e cosa è male?
Di stabilire quando fare sesso e godere, quando vivere con una persona e quando lasciarla, quando avere figli e come educarli, di impedirci di scegliere di morire se riteniamo che la nostra non è più “Vita"?
Con che autorità può anche solo pensare di limitare i nostri diritti, di entrare nel nostro personale, nel nostro intimo, nella nostra vita, in quella di chi ci è caro? Di inserirsi così arrogantemente nella vita politica del nostro paese?
Questo non è certo volere di un Dio buono e giusto, ma frutto di persone completamente fuori dalla normalità, disadattate, prive di buon senso e incapaci di amore, senza alcuna empatia nei confronti del prossimo, ambiziose di potere.
Dio ci ha dato il libero arbitrio, la Chiesa ce lo vuole togliere.
Io non vi chiedo certo di pensarla come me, sono agnostico e pagano, lascio libertà perchè pretendo libertà. Rispetto chi la pensa diversamente, finchè rispetta me. Qui non si tratta di vita o di morte o di etica e morale, ma di persone che desiderano, come è sacrosanto che sia, vivere nella libertà; e di persone che invece desiderano imporre la loro volontà sugli altri. E' prepotenza, è violenza.
Vi invito ad usare la vostra capacità di giudizio. Che siate cattolici o di qualunque altra fede, usate la vostra testa, guardate cosa è la Chiesa come qualunque altra istituzione o persona, da ciò che fa e dimostra di essere, non da ciò che dice.
E' ora di cominciare a chiamare le persone per quello che sono.
Chi vive senza lavorare solo perchè fa parte di una gerarchia religiosa, basata su dogmi e scritture prive di veridicità storica vecchie di millenni, imponendola agli altri ha una personalità malata.
Chi passa la propria esistenza arricchendosi oltre ogni limite immaginabile, togliendo le risorse a gran parte dell'umanità che a stento sopravvive o muore ha una personalità malata.
Chi fa politica sfruttando le debolezze e i bisogni della gente per acquisire sempre più potere, perseguendo interessi personali e di lobby economiche a discapito della nazione ha una personalità malata.
Chi sa usare solo la violenza e la sottomissione per rapportarsi con gli altri, inquinando le società civili con massonerie, mafia, camorra e sistemi coercitivi, ha una personalità malata.
Questi individui dalla personalità disturbata decidono della nostra vita e di quella delle persone a noi care, minacciano il futuro del pianeta, limitano la nostra libertà, il nostro sviluppo, ci impediscono di vivere nell'amore, in pace ed armonia.
Il mondo potrebbe essere un paradiso. Abbiamo tutto ciò che ci occorre per risolvere ogni problema materiale, adesso dobbiamo sviluppare la consapevolezza di essere tutti fratelli e sorelle: una sola grande famiglia, l'Umanità.
La Terra è nostra Madre, il cielo è nostro Padre. Noi siamo fatti di Terra, alla Terra torneremo: la Terra ci nutre. Inquinando la Terra avveleniamo noi stessi.
E' il momento di capire tutto ciò e di agire di conseguenza, sviluppando senso critico, di analisi, capacità di affiliazione; unendoci per cambiare le cose, modificando lentamente ma inesorabilmente i nostri comportamenti per vivere meglio, conquistare la libertà e far si che l'umanità progredisca come mai è stato fatto finora.
09/2/2009 Germano Caputo

mercoledì 28 gennaio 2009

Insieme possiamo tutto

E l'invito, sostegno a continuare in ciò che facciamo avendo fiducia e a rifiutare la paura che ci viene versata addosso, in ogni contesto.
Come suggerisce la "Guida galattica per autostoppisti": Don't panic!!!
Umore: ispirato :)


Questa crisi è la fine di un'era di travolgente e incontrollata crescita materiale a cui non ha corrisposto un eguale sviluppo sociale: abbiamo tecnologie da Star Trek ma siamo ingabbiati in una sorta di medioevo culturale.


Il progresso scientifico e cognitivo dell'umanità è infatti ormai arrivato a fornire una chiara comprensione di come le cose funzionano e la tecnologia che ne deriva permette di poter realizzare qualunque nostra idea. I risultati della ricerca sui meccanismi di funzionamento della psiche e della fisica confermano quanto tramandato da millenni dai ricercatori spirituali, portano alle stesse conclusioni:
siamo fatti di energia, di vibrazioni che danno illusione di realtà, in cui la mente ed il pensiero hanno il potere di incidere.
Le cause reali dei problemi che affliggono l'umanità adesso non sono più di ordine materiale o dipendenti dal caso o dalla Natura, ma politiche, morali, umane.

La domanda da farsi non è più: - Come possiamo risolvere i grandi problemi dell'umanità? - Ma: - Perché ancora non lo stiamo facendo?

Una risposta è che non ci amiamo abbastanza, che non abbiamo ancora compreso di non essere individui isolati, ma vite che dipendono da altre vite, e soprattutto che la Terra non è un oggetto inanimato, come sanno bene i nativi d'America rinchiusi nelle riserve e tutte le popolazioni tribali che vogliamo ardentemente "educare alla democrazia".
La Terra è
un'entità vivente e noi siamo una delle sue infinite anime, una delle sue manifestazioni più evolute e per questo più potenti e instabili.

I principi che regolano adesso la società: gerarchia di potere, competizione, uso della forza; il considerarsi individui separati dal resto e trattare esseri viventi, natura e ambiente alla stregua di oggetti sono frutto di una visione dominatrice, autoritaria, androcentrica, che ci sta portando verso la distruzione della vita, alla morte del pianeta.

La ricerca della stabilità e della pace come specie garantirà l'evoluzione dell'umanità e del pianeta nell'Universo. E la pace della famiglia umana dipende dalla pace interiore di ognuno di noi. Ecco perché la priorità in questo momento storico diventa lo sviluppo delle potenzialità umane e la crescita interiore di ogni individuo, secondo principi di amore, libertà, rispetto, cooperazione, solidarietà; queste basi garantiranno la Vita.
- Sii il cambiamento che vuoi vedere avvenire nel mondo - ... ma non basta...

Il cambiamento deve essere condiviso e diffuso, portare all'unione.
Da soli possiamo poco, insieme possiamo tutto.

lunedì 26 gennaio 2009

Società gilaniche

Tratto da: http://ita.anarchopedia.org/societ%C3%A0_gilaniche

Società gilaniche
La storica e archeologa Riane Eisler ha indicato con il neologismo gilania - dalle parole greche gynè, "donna" e andros, "uomo" (la lettera l tra i due ha il duplice significato di unione, dal verbo inglese to link, "unire" e dal verbo greco lyein o lyo che significa "sciogliere" o "liberare") - quella fase storica plurimillenaria (8.000-2500 a.c in rapporto soltanto al neolitico) fondata sull’eguaglianza dei sessi e sulla sostanziale assenza di gerarchia e autorità, di cui si conservano tracce tanto nelle comunità umane del Paleolitico superiore quanto in quelle agricole del Neolitico.
La Eisler quindi contesta duramente l'opinione dominante, particolarmente diffusa nella società occidentale, « grazie » soprattutto all'opera di propaganda svolta dalla storiografia ufficiale, secondo cui gli esseri umani sarebbero sempre stati violenti proprio a causa di una loro intrinseca natura. Questo « assioma » si è sviluppato perché storici e antropologi hanno arbitrariamente collocato l’inizio della civilizzazione umana in un periodo dove la nascita e lo sviluppo del linguaggio scritto sono andati di pari passo alla diffusione della violenza e delle guerre[1].
Gli studi di alcuni archeologi e storici (Marija Gimbutas, Riane Eisler ecc.) dimostrano che, per buona parte della loro storia, gli esseri umani hanno vissuto in comunità sostanzialmente pacifiche ed egualitarie all'incirca sino al 3000 e il 4000 a.c, come ampiamente dimostrato dai reperti ritrovati dagli archeologi [2], allorché una serie di grandi migrazioni[3] Indo-Europee dal sud della Russia e dall'Eurasia (Europa orientale, Asia centrale e Siberia) verso l’Europa, avrebbero completamente distrutto le popolazioni locali . La Eisler, che ha dedicato gran parte dei suoi lavori proprio allo studio di queste antiche comunità, definisce come androcrazia - termine derivato dalle parole greche andros, "uomo" e kratos, "governato"- il sistema dominatore maschile importato dagli Indo-Europei (i Kurgan) che impose alcune forme di dominio come il patriarcato, la gerarchia, le classi sociali e l'autorità.

Modello Mutuale e Modello Dominatore (Riane Eisler)

Tratto da: http://it.wikipedia.org/wiki/Riane_Eisler vedi anche: http://isd.olografix.org/faq/faq_uomo-donna.htm

Modello Mutuale e Modello Dominatore
Secondo Riane Eisler esistono e sono esistiti nella storia e nella protostoria (neolitico ed epipaleolitico) due modelli base di società: quello Dominatore e quello Mutuale. Quello Mutuale si basa sul "potere di attuazione" creativo, crea la vita che si rigenera, si ispira al concetto di unione, è equilibrato. Quello Dominatore è basato sul potere distruttivo (guerra, imposizione violenta, sfruttamento, gerarchia), toglie la vita, sviluppa in modo prioritario le tecnologie del dominio quali la guerra e la schiavitù, è squilibrato.

In definitiva la società Dominatore descritta da Riane Eisler è una società gerarchizzata basata in ultima istanza sulla paura o sulla forza. Elemento chiave di questo tipo di società è la posizione subordinata e discriminata delle donne, sia nella famiglia che nello stato. Si tratti della società nazista o di quella khomeinista o in culture precedenti dove la violenza cronica e la regola autoritaria erano la norma.

Questa discriminante (la posizione della donna nella società e nella sua cultura) è un principio di analisi che Riane Eisler propone per superare e rendere superflue schematizzazioni secondo lei obsolete quali: religiosità versus laicismo, destra versus sinistra, capitalismo versus comunismo, Occidentale versus Orientale, industriale versus pre-industriale o post-industriale.

Riane Eisler analizza le "androcrazie" (società a dominio maschile) dei popoli indoeuropei (i popoli Kurgan di Marija Gimbutas) e di altre società. A queste società contrappone il modello Mutuale (o "collaborativo") delle società pre-indoeuropee dell'antica Europa del neolitico come prospettato dalla M. Gimbutas.

Un altro importante esempio di società mutuale secondo Riane Eisler è la società minoica dell'antica Creta prima dell'inizio del predominio degli Achei indoeuropei provenienti da Micene. Un punto fondamentale in questa teorizzazione è che non si "contrappone" un modello "patriarcale" (società indoeuropee) ad un modello "matriarcale". Ma un modello in cui un elemento domina sull'altro (che sia il maschio sulla femmina o la femmina sul maschio non fa differenza), ad un modello "equilibrato" che Riane Eisler propone di chiamare "gilanico" dall'unione dei termini greci di maschile e femminile ("gil" ed "an").

Questo è in linea con la sua proposta di un pensiero "non-duale", di una logica e di una psicologia in cui la categoria mentale della contrapposizione viene sostituita da quella della trasformazione.

A supporto che è esistita una società "gilanica" senza predominio di un sesso sull'altro, Riane Eisler utilizza le ricerche archeologiche di Marija Gimbutas, James Mellaart, Nicolas Platon, Vere Gordon Childe. Altre fonti utilizzate sono i Vangeli gnostici ed il poeta dell'antica Grecia Esiodo. L'uso dello schema mutuale/dominatore (patnership/domination in inglese) viene esteso alle società contemporanee analizzando campi che vanno dalla politica alla religione, all'economia, al mondo degli affari, all'educazione.

La trasformazione culturale
Dall'osservazione della protostoria e della storia consegue che l'evoluzione non sembrerebbe seguire uno schema lineare. Ma periodi di regresso possono seguire a fasi di notevole progresso. I passaggi da un periodo all'altro sembrerebbero in genere di tipo "caotico", quali il periodo che attualmente vivono le varie società contemporanee.

Riane Eisler collega l'evoluzione culturale da lei descritta anche ai lavori di Ilya Prigogine e di Stephen Jay Gould sulla auto-organizzazione e sull'evoluzione degli organismi viventi rispettivamente.

Opere ed attività
Il best-seller internazionale The Chalice and The Blade: Our History, Our Future, stampato in italiano come "Il Calice e la Spada" dalle edizioni Saggi Frassinelli, è stato tradotto in 22 lingue tra cui cinese, russo, coreano, ebraico, giapponese, arabo. È stato definito dall'antropologo Ashley Montagu come il libro più importante da l' Origine delle specie di Charles Darwin.

Questo libro ha ispirato il Professor Min Jiayin dell'Istituto of Filosofia della Accademia Cinese di Scienze Sociali che ha pubblicato nel 1995, per conto della Casa Editrice Cinese di Scienze Sociali, il libro "Il Calice e la Spada nella cultura cinese". In questo lavoro viene provata la teoria della trasformazione culturale di Riane Eisler con la importante scoperta che anche nella preistoria in Asia era avvenuto il passaggio da una cultura di collaborazione (o mutuale) ad una cultura di dominio (o cultura Dominatore). Il suo nuovo libro The Real Wealth of Nations: Creating a Caring Economics è stato salutato dall'Arcivescovo Desmond Tutu come "un modello per il mondo migliore che stiamo con tanta urgenza cercando" e propone un nuovo approccio all'economia che dia priorità alla più importante attività umana: l'attività di prendersi cura delle persone, dell'ambiente, del pianeta.

La mia curiosità

Una delle mie caratteristiche innate fin da piccolo è stata la curiosità, unita all’osservazione di chi mi stava intorno e me stesso: emozioni, pensieri, sentimenti, atteggiamenti. Ho sviluppato empatia e compassione, nei limiti delle mie possibilità di sopportazione e quando lo ritenevo opportuno. Anche riguardo cosa mi circondava: ho sviluppato la conoscenza di macchine, funzionamenti, meccanismi.
Mi sono sempre chiesto il perché di ogni cosa, e non mi sono mai accontentato di risposte vaghe o superficiali. So che ci sono cose che non potremo mai capire con la mente, ma intuire e comprendere con il cuore si. Altre rimarranno con un punto interrogativo, ma non ci impediranno certo di essere felici e andare avanti! Ma moltissime cose se lo si desidera possono facilmente essere comprese, non è necessario essere dei geni, chi cerca trova, soprattutto nel web. Occorre anche il coraggio di guardare la realtà, per quanto brutta e scomoda possa essere, e superare i tanti momenti di sconforto, tristezza, abbattimento che per forza di cose ci colpiranno; la realtà è anche peggiore di quanto si possa immaginare, ma la sofferenza, le ingiustizie, le violenze non rappresentano tutto l’esistente, ne sono solo una parte. Esistono la felicità, la bellezza, la promessa di un futuro migliore scolpita nel nostro DNA. E se vogliamo sopravvivere e realizzare questo futuro è a quella visione che dobbiamo rivolgere il nostro sguardo e il nostro cuore. Riceveremo la forza necessaria per attuarla. Come potremo riceverla dallo stare insieme, dalla condivisione di emozioni, esperienze, speranze, paure. Maturerà una certezza: cambiare è possibile. Realizzare i sogni è possibile. Dipende da noi, ne abbiamo il potere, sta a noi comprenderlo e decidere di usarlo. Da soli possiamo poco, insieme possiamo tutto.
Ho selezionato alcune frasi di A. Einstein, che rendono bene ciò in cui credo fermamente e di cui mi piacerebbe parlare più avanti:
- Solo chi è così pazzo da credere di poter cambiare il mondo, lo cambia davvero. - I problemi non possono essere risolti con lo stesso atteggiamento mentale che li ha creati.
- Un essere umano è parte di un tutto che chiamiamo 'universo', una parte limitata nel tempo e nello spazio.
Sperimenta se stesso, i pensieri e le sensazioni come qualcosa di separato dal resto, in quella che è una specie di illusione ottica della coscienza. Questa illusione è una sorte di prigione che ci limita ai nostri desideri personali e all'affetto per le poche persone che ci sono più vicine. Il nostro compito è quello di liberarci da questa prigione, allargando in centri concentrici la nostra compassione per abbracciare tutte le creature viventi e tutta la natura nella sua bellezza.
Quest’ultima riflessione oltre ad essere stata formulata da un geniale scienziato è la stessa a cui è giunta la fisica quantistica di recente, e corrisponde alla visione di Unità delle tradizioni orientali e dei nativi d’America. E' stupefacente constatare come due metodi diametralmente opposti, quello teorico, razionale e scientifico, e quello pratico, intuitivo e spirituale giungano alle stesse conclusioni. Non è abbastanza per capire che quella indicata è la strada giusta? Che con questa visione possiamo colmare lo spaventoso vuoto lasciato dal fallimento di tutte le ideologie finora conosciute, da quelle religiose, al capitalismo/consumismo e al comunismo? E nel contempo scoprire come sia possibile rimediare ai catastrofici danni da loro arrecati? Osho, come Goleman, il Dalai Lama e tantissimi altri ricercatori su di un diverso uso della nostra mente e del nostro cuore, indicano nella sintesi tra oriente ed occidente, nel corretto uso dei due diversi approcci e in un nuovo paradigma culturale la strada per sviluppare pienamente le nostre potenzialità, finora usate solo sporadicamente. Ed è questa sintesi che vorrei usare per ipotizzare un futuro possibile, ben diverso da quello finora conosciuto e indicato dal “Sistema”, dalla pubblicità o dai romanzi di fantascienza. Tutti cambiano forme e dettagli, ma disegnano sempre la stessa umanità, come quella attuale o di migliaia di anni fa, vittima dei suoi difetti e delle sue debolezze, sempre ordinata in gerarchie, in ricchi e poveri, in dominanti e dominati, ancora divisa nel genere maschile/femminile, che pretende di portare pace con la guerra, di ispirare nei cittadini di ogni nazione rispetto degli altri con la violenza e le punizioni, anziché con l’esempio e la disponibilità, come se fosse possibile ispirare amore in qualcuno investendolo di odio. E' l'esempio, il comportamento, il metodo che conta, che viene appreso, non il messaggio; se il metodo è violenza, come può trasmettere pace?

sabato 17 gennaio 2009

Goethe

Un uomo, fin tanto che non prende posizione, può tornare sui suoi passi; e così facendo non combinerà mai nulla.
Dietro la capacità di agire (e di creare) c'è un'unica verità, la cui ignoranza uccide innumerevoli idee e splendidi progetti:
<Aiutati che il ciel t'aiuta>.
Tutto viene in aiuto di chi altrimenti non sarebbe mai stato aiutato.
Dalla decisione scaturisce una catena di eventi, e in soccorso di chi decide intervengono accadimenti inaspettati, incontri e sostegni materiali tali che nessuno ha mai sperato di trovare sul proprio cammino. Qualunque cosa tu possa fare o sognare cominciala.
L'audacia porta con sé il genio, la magia e la forza.
Comincia subito.


- Johann Wolfgang Goethe -